Le prime grandi agenzie di consulenza statunitensi già verso la fine degli anni ‘90 indicavano i fattori Human, Business e Technology come cardini dell’attività del designer.
Anche in MrSmith Studio, il design non è mai stato un mero esercizio di stile, quanto piuttosto, per citare Mauro Porcini, “una attitudine rinascimentale che combina tecnologie, scienze cognitive, bisogni umani e bellezza, per produrre qualcosa di cui il mondo non conosceva ancora la mancanza”.
Il designer deve essere il paladino dell’elemento Umano nel processo progettuale. Il suo compito è saperne interpretare i sogni, leggerne i bisogni e farne rispettare le aspettative. Il designer, attraverso l’empatia, deve essere in grado di creare un legame profondo con il cliente finale.
Il lato relativo al Business è altrettanto importante ed imprescindibile. Un progetto (sia esso un prodotto, un servizio o una comunicazione) deve essere talmente bilanciato da comportare un guadagno per l’azienda che lo produce/commercializza e avere un prezzo proporzionato al valore percepito dal cliente.
Ultimo, ma non meno importante, il pilastro della Tecnologia. Sfruttare la migliore tecnologia è di vitale importanza per la riuscita di un progetto. Una tecnologia obsoleta potrebbe comportare costi di produzione maggiori, rallentamenti o prestazioni scadenti. Così come una tecnologia troppo sofisticata potrebbe avere alti costi di sviluppo, prestazioni non richieste e prezzi fuori mercato.
A questi tre pilastri MrSmith Studio ne aggiunge un quarto, la Sostenibilità. Ormai la tematica è vitale e innesco di ogni nostra azione. L’impatto del nostro operato si riflette sull’ecosistema ambientale quanto sociale ed in quanto designers ci sentiamo investiti della responsabilità di ideare e sviluppare progetti virtuosi e sostenibili.
Il corretto bilanciamento di questi quattro fattori diventa quindi la base del successo di un progetto. È un equilibrio delicato, del quale il designer si può fare promotore e coordinatore, ma che comporta l’intervento anche dell’azienda, della rete commerciale, del marketing, dell’R&D e ovviamente anche dell'utente finale.
Marco Mascetti
Since the 90’s, the Human, Business and Technology factors, have been referred to as the pillars of the design process by the large American consultancy agencies.
MrSmith too has never believed in design being a mere styling exercise, rather “a renaissance attitude that combines technologies, cognitive sciences, human needs and beauty, to produce something that the world didn’t know it was missing”, as Mauro Porcini recently said.
The designer must be the defender of the Human element in the process. His job is to interpret humans’ dreams, read their needs and meet their expectations. Through empathy designers must be able to create a deep bond with the end customer.
The Business side is equally important and essential. A project (be it product, service or communication) must be so balanced as to result in a profit for the company that produces/markets it and match the value perceived by the customer with a proportionate price.
Last, but not least, the pillar of Technology. Exploiting the best technology is vital for the success of a project. Obsolete technology could result in higher production costs, slowdowns or poor performance. Just as an over-sophisticated technology could have high development costs, unsolicited performance and off-market prices.
To these three pillars Mr Smith adds a fourth, Sustainability. Today the issue is vital and triggers all our actions. The impact of our work is reflected on the environmental and social ecosystem and as designers we feel invested with the responsibility of promoting, conceiving and developing virtuous and sustainable projects.
The balance of these four factors becomes the clue for a project’s success. It is a delicate balance, for which the designer can be promoter and coordinator, but to be reached it needs the involvement of the client, the commercial network, marketing, R&D and of course the end-user.
Marco Mascetti