Con la pandemia il retail si è spostato on-line, l’esperienza di acquisto si è rinnovata e il packaging ha conquistato un nuovo ruolo competitivo.
Durante l’ultimo anno gli e-commerce si sono moltiplicati, i servizi di consegna sono andati in overdose e il bidone della differenziata per la carta era sempre pieno.
Abbiamo tutti vissuto questo periodo provando nuovi prodotti mai comprati on-line, litigando con le voci automatiche dei call center e strappando pile di buste di cartone.
Ognuno ha avuto la sua esperienza! Ma da chi abbiamo comprato?
Abbiamo identificato 3 profili principali di realtà commerciali che hanno in qualche modo cavalcato l’onda dell’e-commerce durante la pandemia:
1- i coraggiosi sbarcati online per la prima volta per sopravvivere
2- i veterani, ormai online da anni che hanno sfruttato il momento per crescere
3- i grandi brand che hanno dovuto sostenere un premium price senza poter coccolare i loro clienti
Tutti si sono confrontati con la necessità di imballare, impacchettare, proteggere il loro prodotto, ma non tutti si sono accorti dell’opportunità rappresentata da questa necessità.
Il packaging offre al venditore l’opportunità di offrire al cliente una nuova esperienza di brand e aumentare la propria memorabilità rispetto ai competitor, siano essi più grandi, più esperti o più originali.
Partendo dal presupposto che il packaging deve prima di tutto assolvere perfettamente al suo scopo di vettore e protezione del prodotto, oggi non può più fare solo quello.
Deve anche enfatizzare il prodotto, come farebbe la luce perfettamente studiata del negozio,
promuovere i valori del brand con messaggi e sensazioni
e in qualche modo sostituire la relazione umana.
La stessa quota di budget usato per offrire questa esperienza in negozio dovrebbe essere trasposta nel packaging per avere risultati.
Abbiamo quindi creato una matrice per suggerire 3 elementi efficaci per una customer experience memorabile:
l’Effetto sorpresa | l’Essere condivisibile | la Sostenibilità